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Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare

Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare

Il vecchio e il mare è un romanzo psicologico, in cui viene raccontata la storia di un vecchio pescatore di nome Santiago, che dopo circa ottanta giorni senza aver pescato un pesce, decide di affrontare il mar dei Caraibi andando alla ricerca di pesci con cui potersi sfamare. Quando finalmente il primo pesce si aggancia all’esca, Santiago vuole evitare che il pesce gli sfugga e allora,per ingannarlo, lo segue per qualche giorno, andandogli dietro con la barca. Nelle pagine in cui vengono narrati questi tre giorni di insonnia, l’autore dà a Santiago  lo spazio per  riflessioni personali riguardanti la situazione che sta vivendo: ogni tanto io,come lettrice esterna, riflettevo a mia volta sul personaggio che era Santiago. All’inizio credevo fosse un pescatore come tutti gli altri, invece leggendo le pagine, in me è cresciuta un’idea su questo personaggio: il pescatore a momenti manifestava la sua pazzia, parlando ad esempio con la sua mano, o addirittura parlando col pesce stesso, come se il povero animale potesse parlare. Ad un punto della sua avventura,il vecchio pescatore decide di ribaltare la situazione uccidendo il pesce: essendo troppo grande per poterlo mettere sulla barca, lo attacca alla poppa della barca, trascinandolo cosí per tutto il Mar dei Caraibi. Ma la sua avventura non è finita: infatti il pesce, durante i giorni del ritorno a casa viene divorato dagli squali che abitano il mare. Cosí Santiago si ritrova a combattere quasi a mani nude con i predatori piú pericolosi del mare. Il conflitto finisce con la vittoria dei pesci, che lasciano al povero pescatore solamente lo scheletro con qualche pezzo di carne sanguinante. Fortunatamente Santiago non è solo: a casa lo aspetta il ragazzo, il suo unico amico. Ed è bello sapere che a casa c’è qualcuno che aspetta ansiosamente il tuo ritorno. Quindi alla fine il vecchio, stanco e affamato, non è triste,perchè sa che un ragazzo lo aspetta nella sua piccola dimora. Il titolo è facilmente riconducibile al testo, in quanto fa riferimento alla storia del vecchio, Santiago, e il mare, il suo “nemico” principale. Analizzando l’incipit potremmo dire che l’autore ci mette al corrente della situazione iniziale all’interno del libro in poche righe, tanto per introdurre il lettore nella storia; quindi sostanzialmente lo scrittore inizia il suo romanzo in medias res, un tipo di incipit che descrive perfettamente quello che ho appena scritto. Una caratteristica che ho potuto trovare, che ha questo libro in comune con altri che ho letto,come ad esempio “Oliver Twist” di Dickens,oppure “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide, è che l’anno in cui si svolge la vicenda non viene minimamente nominato, ma gli autori si limitano solamente o a scrivere le prime due cifre dell’anno, oppure promettono al lettore che più in lá con la storia racconteranno al lettore l’anno in corso. I personaggi principali sono: -Santiago, il  vero protagonista della storia,un povero pescatore, ormai troppo in lá con l’etá. -Il ragazzo, protagonista minore della vicenda, è l’unico amico del pescatore ed è colui che vuole aiutare il vecchio in tutti i modi. -Il mare, l’antagonista “astratto” del romanzo, che ostacola l’andamento della storia, insieme ai suoi “abitanti”: i pesci. -Gli squali che mangiano il pescato del vecchio, che reincarnano la vera figura degli antagonisti. -La madre e il padre del ragazzo, che sono personaggi irrilevanti all’interno dello scritto. Il linguaggio in alcune parti si presenta rude, con qualche parola volgare, ma nel complesso è un libro semplice senza alcune complicazioni nel lessico. Le sequenze sono principalmente riflessive, intervallate da sequenze dialogiche. Il romanzo si conclude con un finale un po’ particolare: Hemingway non solo ha lasciato al lettore il compito di immaginare la fine definitiva del romanzo, ma ha anche saputo dare una pseudoconclusione che potrebbe anche essere interpretata come una fine. Concludo infine dicendo che l’autore di fondo ha voluto trasmettere un messaggio: non abbattersi mai per quel che si lotta, anche quando siamo in situazioni complicate bisogna sempre lottare per quello che si ama, se lo si desidera.

Con tutto il rispetto possibile per Ernest Hemingway, scrittore di fama mondiale,  reputo questo libro uno dei piú noiosi che abbia mai letto, e spiego anche il perchè: io dubito che l’autore abbia voluto scrivere un libro che non fosse poi ricordato nei secoli successivi: ma la trama non regge. Questo tipo di libro, ai giorni nostri non interessa i ragazzi; quei pochi che l’hanno letto, l’hanno tutti trovato molto pesante e noioso. E’ come provare a costruire un castello sul vuoto: come metti il primo mattone, quello cade. E cosí, se la trama non si basa su un qualcosa di solido, cade tutto. Io la vedo cosí.

Margherita Romiti

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