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Pietro Bartolo – Lidia Tilotta, Lacrime di sale

Pietro Bartolo – Lidia Tilotta, Lacrime di sale

Pietro Bartolo è un bambino dell’isola italiana più a sud: Lampedusa. Come la stragrande maggioranza dei suoi abitanti, già all’età di quattordici anni deve abbandonare il suo paese per potersi costruire un futuro… Lampedusa è famosa per i migranti, è infatti spesso punto di approdo, di sbarco per innumerevoli ed enormi barconi, ma tristemente anche per i frequenti naufragi e disastri che avvengono nei suoi dintorni e lungo le sue coste. Pietro diventerà una delle persone a più stretto contatto con questo problema mondiale, essendo dottore di primo soccorso.

…si condivideva quel poco che si aveva, ci si aiutava.

Non esistevano egoismi e barriere.

 

Il libro è scritto sotto forma di reportage, la narrazione delle storie dei migranti si intreccia con la vita di Bartolo. Questo genere letterario prevede oggettività: lo scrittore, infatti, racconta i fatti in modo lucido e diretto senza nessun giro di parole; ma, allo stesso tempo, questo argomento viene analizzato dal punto di vista e con le considerazioni di colui che lo vive direttamente in prima linea. Questa combinazione insolita rende il libro profondo e toccante. Il modo esplicito di Bartolo di comunicare ci dà piena consapevolezza dell’enormità dell’emergenza umanitaria che non riguarda solo i lampedusani, ma tutti noi, perché troppe persone ne ignorano l ‘esistenza e molti altri ne minimizzano la grandezza solo per avere la coscienza a posto. Dopo averlo letto ritengo che sono molto più pericolosi i pregiudizi, i confini, le barriere mentali che i confini geografici […abbiamo portato ovunque il nostro messaggio, chi doveva recepirlo concretamente non lo ha fatto. Un susseguirsi di barriere, muri spesso invalicabili. Confini serrati, menti e cuori sbarrati…]. Tutti noi dovremmo provare a immedesimarci nella vita di coloro che rischiano la propria per salvarsi da situazioni terribili e di chi è costretto a lasciare tutto: la propria famiglia, il proprio paese. Dovremmo accoglierli, assisterli, prendendoci cura del loro corpo e della loro mente ferita da indicibili soprusi.

…non possiamo farci condizionare dalla paura,

dobbiamo aprire le nostre porte, le nostre case.

 

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Enzo Caleca

 

Pietro Bartolo  – Lidia Tilotta, Lacrime di sale, Mondadori, 2016, pp.139, €17

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