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Kafka e la bambola viaggiatrice

Kafka e la bambola viaggiatrice

 

Là, dove giocano i bambini, è sepolto un segreto (Walter Benjamin)

Franz Kafka, un quarantenne precocemente indebolito dalla tubercolosi, ha l’abitudine di trascorrere parte della sua giornata nel parco Steglitz, a Berlino. La sua routine di osservatore indifferente è spezzata dal pianto di una bambina che ha smarrito la sua bambola. E lui, il geniale e controverso scrittore de Il processo e Il castello, di America e de La metamorfosi, la rassicura istantaneamente raccontandole che la sua bambola è partita per un viaggio.

«E tu come lo sai?» «Perché mi ha scritto una lettera», le risponde Kafka. La bambina sembra sospettosa. «Ce l’hai qui?» gli domanda. «No, mi spiace, – fa lui. – L’ho lasciata a casa per sbaglio, ma domani la porterò con me. Io sono il postino delle bambole». E’ cosi convincente che la bambina non sa più cosa pensare. Possibile che quell’uomo misterioso stia dicendo la verità?

Kafka torna immediatamente a casa per scrivere la lettera. La fidanzata Dora , osservandolo mentre scrive, nota il medesimo sforzo, la stessa tensione creativa di quando scrive le sue pagine enigmatiche. Non vuole prendere in giro la bambina. Questa è per lui un’autentica fatica letteraria.
Inizia così il racconto di un episodio reale della vita di Kafka, già raccontato dallo scrittore americano Paul Auster, che è trasfigurato da Jordi Sierra i Fabra in un delicato affresco che ci trasmette un’immagine inedita dello scrittore, sensibile e paterno, alla quale è impossibile non affezionarsi.

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“Vedi, ci sono bambole che non partono mai per nessun viaggio. Hanno paura. Rimangono con le loro bambine, ma non per amore nei loro confronti, tutto il contrario: lo fanno per paura. E la paura è brutta e perversa, e limita la libertà. Chi ha paura non vive, agonizza.”

MB

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  • Mi piace questo articolo! Ho letto il libro questa estate e mi è piaciuto tanto! 🙂 Una storia che mi ha sempre un po’ detto qualcosa, consigliato subito dal mio professore e letto . Un libro che a me personalmente è piaciuto.

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