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Un incipit al giorno: Veronica Roth, Divergent

Un incipit al giorno: Veronica Roth, Divergent

C’è solo uno specchio a casa mia, dietro un pannello scorrevole nel corridoio al piano di sopra. Secondo le regole della nostra fazione, mi è permesso starci davanti una volta ogni tre mesi, il secondo giorno del mese, quello in cui mia madre mi taglia i capelli.
Mi siedo su uno sgabello e mamma, in piedi dietro di me, li accorcia con le forbici. Le ciocche cadono a terra formando un anello biondo cenere.
Quando finisce, mi raccoglie i capelli dietro la testa e li avvolge formando un nodo. La osservo: appare calma e concentrata. È molto esperta nell’arte di dimenticarsi di sé. Non posso dire lo stesso di me.
Mi guardo furtivamente nello specchio, di sfuggita, quando lei non mi vede. Non per vanità, ma per curiosità: l’aspetto di una persona può cambiare molto in tre mesi. Nel riflesso vedo un viso affilato, occhi grandi e rotondi e un lungo naso sottile. Sembro ancora una bambina, anche se in non so quale giorno delle ultime settimane ho compiuto sedici anni. Le altre fazioni celebrano i compleanni, noi no. Sarebbe autocompiacimento.

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