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Adam Silvera, L’ultima notte della nostra vita

Adam Silvera, L’ultima notte della nostra vita

Quante volte passiamo le giornate a non fare niente?
Quante volte passiamo le giornate a procrastinare, a girarci i pollici, ad annoiarci, ad accampare scuse, a fissare il vuoto?
Viviamo ogni giorno, ma viviamo davvero?

In una NewYork futura e moderna, esiste un servizio chiamato “Death-Cast”, in grado di informarti con una telefonata se nel giro di 24 ore morirai.
Mateo di 18 anni e Rufus di 17, sono due ragazzi con vite separate, con sogni, con ricordi dolorosi alle spalle e soprattutto, con la sfortuna di aver ricevuto il 5 settembre, poco dopo mezzanotte, la fatidica chiamata.
Hanno 24 ore.
Forse meno. Forse 10 minuti, forse 12 ore.
Mateo è un ragazzo paranoico, che ha sempre evitato situazioni sociali.
Infatti ha solo due persone care: Lidia, la sua migliore amica, e suo padre, che purtroppo è in coma.
Appena riceve la chiamata, il mondo che avrebbe voluto vivere lo schiaccia.
Viene schiacciato dai rimpianti, dalla sua solitudine, dalla sua paura di morire.
Non gli rimane che uscire dalla sua stanza una volta per tutte e vivere davvero, almeno per l’ultimo giorno della sua vita.
Rufus invece è un ragazzo che ha perso da poco la famiglia in un incidente.
Il padre, la madre e la sorella avevano ricevuto “la chiamata” e l’unico a salvarsi infatti fu proprio Rufus.
È andato comunque avanti.
Si è trovato degli amici nella casa famiglia in cui è andato a vivere.
Amici che decide di salutare quando scopre che ormai è giunta anche la sua ora.
Per questo, sia Mateo che Rufus decidono di scaricare un’app che permette di passare il proprio Giorno Finale con un “ultimo amico”, per vivere al meglio.
Ed è proprio così che si incontrano, ed è proprio così che inizia la loro storia, l’ultima notte della loro vita.

“Non bisogna avere paura di morire ma di non avere mai neppure cominciato a vivere”.
Marco Aurelio.
Questa è una delle citazioni che Silvera riporta in questo libro.
Una frase che raccoglie perfettamente l’essenza di questa storia che, di banale, non ha niente.
Ho letto questo libro due volte, ed entrambe le volte l’ho divorato finché non sono arrivata alle ultime pagine, iniziando a rallentare.
Non volevo finisse, non volevo lasciare andare Mateo e Rufus al loro destino.
Volevo vivere ancora un po’ con loro, volevo concedergli tempo.
Questo libro mi ha spezzato il cuore, ed è proprio in questo modo che mi ha ricordato che do troppo per scontati la mia vita e il mio tempo.
Vita e tempo preziosissimi, che spreco.
Mi sono chiesta: “ma io sto vivendo davvero?”.
E forse, leggendo questo libro, non me lo sono chiesta soltanto io.
Il tempo e la vita sono così speciali eppure non ce ne rendiamo conto finché non realizziamo che stanno per finire.
Per questo dovremmo vivere ogni giorno come fosse l’ultimo, ma anche come se ce ne fossero di infiniti.
La storia di Mateo e Rufus mi ha insegnato che anch’io posso uscire dalla mia stanza e vivere.

Consiglio questa lettura a tutti, perché per quanto sia “triste”, ci mette davanti alla realtà, e ci insegna cosa significa veramente vivere.

Quindi, tu cosa faresti se questo fosse il tuo ultimo giorno?

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Alice Adalberti

Adam Silvera, L’ultima notte della nostra vita, traduzione di Chiara Reali, Il Castoro Hotspot, 2019, pp.354, €16.

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