Un incipit al giorno: Melvin Burgess, Kill all enemies
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Ero stata brava per quasi una settimana. Solo una rissa, un record per me. Dovevo saperlo che non poteva durare. Stavo attraversando il parcheggio vicino al pub dell’angolo con Riley e la sua banda, quando uno di loro ha visto Rob che veniva verso di noi. Sapevo che sarebbe successo qualcosa. Rob è quel genere di ragazzo. Non stava facendo niente, non ce n’era bisogno. È solo che lui era sbagliato. Tutto in lui era sbagliato. La forma sbagliata, i vestiti sbagliati. Le orecchie sbagliate. Sì, hai sentito bene, le orecchie sbagliate. — Ma guarda com’è messo quello — ha detto Riley. — Che ritardato. Guarda che orecchie. — Che t’importa delle sue orecchie? — ho chiesto. Mi interessava davvero. Sì, insomma: le orecchie? — Ora te lo faccio vedere — ha risposto Riley. — Ohi, Robbie! — ha detto, e l’ha afferrato. Poi gli ha stretto un braccio attorno al collo e gli ha chiuso la testa in una morsa. Mi avevano buttato fuori dalla Brant la settimana prima e stavo facendo il possibile per tenermi lontana dai guai. Ehi, mi ero fatta perfino dei nuovi amici. Hannah alla Brant diceva che mi servivano degli amici. Okay, erano solo Riley e la sua banda di teppisti da strapazzo. Ma lo stavo facendo, no? Socializzavo. Ero una della compagnia.