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L’incipit della settimana: Lodovica Cima, La voce di carta

L’incipit della settimana: Lodovica Cima, La voce di carta

Mamma mi fissava. Pelava le patate e il suo gesto era sempre uguale, lento e continuo, ma gli occhi si alzavano dal tavolo e si posavano su di me, con insistenza. Ero a disagio, stava per succedere qualcosa, me lo sentivo.
«Marianna, andrai in città tra qualche giorno» disse alla fine, rivolgendo lo sguardo alla porta. Non aggiunse altro e io non osai chiedere di più.
La sera, dopo cena, papà stava ravvivando il fuoco nel camino e mamma fece un gesto agli altri miei fratelli. Un segnale inequivocabile: dovevano salire in camera prima del tempo. Fu allora che papà mi fece sedere vicino a lui, mentre mamma si sedette poco più distante. Lui parlò, piano, tenendomi un braccio con la sua mano ruvida.
«La signora Linda, la levatrice, ci ha raccontato che in città cercano ragazze per lavorare alla cartiera. Roba moderna, si guadagna bene e pare sia sicuro. Ci sono le suore che ospitano le ragazze. Qui da noi il lavoro è poco, i tuoi fratelli si danno da fare, ma non basta.» Fece una pausa, e per fortuna, perché il mio cuore aveva preso a battere così forte che avevo paura di non riuscire a sentire la parte successiva del discorso.

Lodovica Cima, La voce di carta, Mondadori 2020, pp.192, €16

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