Giulia Carcasi, Ma le stelle quante sono
‘’sono le 7:30; mi alzo, mando un messaggio a Carolina che come al solito non risponde, mi preparo e vado a lavarmi i denti, prendo tre biscotti dal vaso ed esco di casa. Sono sull’autobus e sono riuscita a recuperare l’ultimo posto a sedere, non faccio in tempo a piegare le ginocchia che il solito anziano mi chiede il posto e io come al solito lo cedo. Arrivata scuola mi siedo sul solito muretto e incrocio i soliti occhi color pece del solito ragazzo che aspetta la solita ragazza. La mia vita è questa, molto, ma che dico molto, troppo, ma anche troppo non basta, ecco: la mia vita è esageratamente monotona.
Appena entro in classe cerco subito gli occhi di Carlo che si intendono sempre con i miei, ma ancora non è arrivato, non so perché ma in questo periodo è molto cambiato, spero tanto non sia diventato come tutti gli altri ragazzi che per sembrare ‘’figo’’ fanno molte stupidaggini, non lo sopporterei!’’
‘’8:15, mia mamma continua a gridare per casa che devo alzarmi, che senno faccio tardi e bla bla bla……
Arrivo a scuola, proprio come aveva predetto mia mamma sono in ritardo, riesco a entrare in classe prima della campanella e cerco gli occhi di alice che in questi giorni sono spenti e non hanno più voglia di sorridere ai miei, spero che non le abbia fatto del male quel ‘’Giorgio’’, il suo ragazzo dagli occhi color pece, da quello che ho sentito dire Ludovica è andata a letto con lui, a me sembra strano perché anche se io e lei stiamo insieme da poco giurerei che è una brava ragazza, ma dall’espressione che ha Alice credo sarà prevista una rissa, io nel caso difendo Ludovica, tra fidanzati si fa così…..almeno credo’’
“Ma le stelle quante sono” è un racconto che tiene in ansia fino alla fine, secondo me rappresenta in pieno gli sbagli, gli errori e i problemi dei ragazzi in età adolescenziale, ma rappresenta anche la capacità di questi di recuperare i loro errori al meglio.
Carlotta Boggi