L’incipit della settimana: John Corey Whaley, Un comportamento estremamente illogico
Solomon non aveva mai bisogno di uscire. Aveva cibo. Aveva acqua. Vedeva le montagne dalla finestra della camera e i suoi genitori erano sempre fuori, impegnati nel lavoro e in altre faccende, perciò lui faceva praticamente da padrone di casa. Jason e Valerie Reed lasciavano che le cose andassero così perché, alla fine, assecondare la condizione del figlio era il solo modo per farlo stare meglio. Alla soglia del suo sedicesimo compleanno, non usciva di casa da tre anni, due mesi e un giorno. Era pallido e sistematicamente scalzo, e funzionava. Era l’unica cosa che avesse mai funzionato. Faceva i compiti online e di solito li finiva prima che i genitori rientrassero la sera, quando li accoglieva in pigiama con i capelli ancora arruffati dal sonno. Se squillava il telefono, lasciava che scattasse la segreteria. E le rare volte che qualcuno bussava alla porta, sbirciava dallo spioncino finché chiunque fosse arrivato – una ragazza scout, il membro di un partito o magari un vicino – non si rassegnava e se ne andava. Solomon viveva nell’unico mondo che poteva esistere per lui, un mondo tranquillo, noioso e a volte solitario, ma mai fuori controllo. Non gli era stato facile prendere quella decisione e bisogna ammettere che almeno ci aveva provato, a resistere fuori il più a lungo possibile… per quanto ci potesse riuscire uno come lui. Poi un giorno provarci non bastò più, così si spogliò fino ai boxer e si mise a sedere nella fontana davanti alla scuola.
E proprio là, mentre compagni e insegnanti osservavano la scena, e il sole del mattino lo accecava, lentamente si lasciò scivolare finché non si ritrovò con il corpo intero immerso nell’acqua. Quella era stata l’ultima volta che Solomon era stato visto alla Upland Junior High e nell’arco di pochi giorni aveva cominciato a rifiutarsi del tutto di uscire. Era meglio così. «È meglio così» diceva sempre a sua madre che lo pregava ogni mattina di fare almeno un tentativo. E lo era davvero. Soffriva di attacchi di panico da quando aveva undici anni, ma nel corso degli ultimi due era passato da averne uno ogni tanto ad averne uno al mese, poi due e avanti così. Nel periodo in cui era saltato nella fontana come un matto, era arrivato ad averne di più o meno forti anche tre volte al giorno. Un inferno.
John Corey Whaley, Un comportamento estremamente illogico, traduzione di Sara Marcolini, Mondadori, 2021, pp. 240, €17 (ebook 8,99)