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Mark Haddon, Boom!

Mark Haddon, Boom!

“25/12/2011 – Da Dani”- scandì il giudice tenendo in mano una copia di “BOOM!” di Mark Haddon. Poi lentamente si tolse gli occhiali e mi guardò. Il silenzio strideva di tensione.

“Parola all’accusa” proseguì
“Michele Vico, questo libro le fu regalato nel giorno di Natale 2011. È vero che lei allora iniziò pigramente i primi capitoli?” – l’avvocato all’accusa mi guardò con un ghigno.

Mi girai alla ricerca di un appiglio nello sguardo del mio avvocato difensore. Al posto suo vedo una sedia vuota con un post it: “devi cavartela da solo, io sono in pausa pranzo”
“Maledizione” pensai, sudando freddo. Tutti mi stavano guardando.

“Si, è vero” risposi “ma… ma..” balbettai ma fui subito interrotto dall’avvocato all’accusa
“Ed è vero che fu poi abbandonato per 8 anni e 11 mesi sullo scaffale, tra la polvere e gli annuari di scuola?”

“Si, è vero” piagnucolai
“Vostro onore! Se questa non è negligenza!”

Il giudice mi guardò

“Ma l’ho finito questo Natale! L’ho finito!” mi difesi

“Obiezione vostro onore! Sono passati 9 anni. Non si tratta della Critica della Ragion Pura di Kant, bensì di un misero opuscolo di 150 pagine! Di un libro per ragazzini”

“Obiezione accolta” tuonò il giudice “come si difende l’imputato?”

Feci un respiro profondo, raccolsi tutto il coraggio che mi era rimasto. 

“Io mi appello ai Dieci Diritti del Lettore” l’avvocato all’accusa si voltò di scatto, il suo ghigno era sparito. “in nome di Daniel Pennac io mi avvalgo del numero 3. Il diritto di non finire il libro e del numero 8. Il diritto di spizzicare.”

Dopo qualche istante di misurato silenzio il giudice esordisce:
“Questa corte dichiara la causa archiviata e l’accusa respinta!” 

Giubilo, applausi, rose che volano, lacrime! CE L’AVEVO FATTA!

Mi sveglio di colpa. È il 26, sono nel mio letto e probabilmente non ho digerito bene il pranzo di Natale. Per fortuna impiegarci 9 anni per leggere un libro non è un crimine. Ma voi vi starete chiedendo: “ma perché dopo 9 anni uno deve riprendere un libro per ragazzi delle medie che aveva lasciato li?” Beh, innanzi tutto mi appello al quinto diritto del lettore e cioè Il diritto di leggere qualsiasi cosa. Ok mo’ basta, ho rotto. Comunque dovete sapere che il mio fratellone, che mi ha regalato questo libro, quando ero piccolo aveva l’abitudine di leggerci dei libri la sera prima di andare a letto. Ci ha letto Tobia di Fombelle (potete mettere il link), Il prodigioso Maurice e i suoi geniali roditori di Pratchett, Bar Sport di Benni e molto altro. Tenetelo a mente perché ci ritorneremo dopo.

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Tutto comincia con Jim, un ragazzino delle periferie di Londra con una sorella adolescente e scontrosa, con un papà disoccupato in un precario stato emotivo e una mamma in carriera. Se la situazione a casa non è delle più rosee (e Jim le tensioni le percepisce) neanche a scuola le cose vanno benissimo. Jim ha un grandissimo difetto: è un ragazzino fantasioso, che tradotto in professorese vuol dire distratto e petulante (fortunatamente non per TUTT* * prof). Per paura di finire in una scuola per “ragazzini speciali” (come aveva minacciato la sorella) Jim mette un Walkie talkie in sala prof. con l’aiuto del suo amico Charlie. Dopo aver spiato un’intera riunione per sincerarsi di non venir spedito in nessuna scuola speciale lui e Charlie stanno per andare via quando d’un tratto sentono due dei loro professori parlare in una lingua strana. 

“Wendo bill. Slap freedo gandy hump” disse Mrs Pearce […]
“Spudvetch!” disse Mr Kidd […]

Io e Charlie ci guardammo e alzammo le sopracciglia in smultanea. Non parlammo. Non ce n’era bisogno. Stavamo pensando la stessa cosa. […] C’era un’avventura in arrivo, signori miei, un’avventura a propulsione atomica da cento tonnellate, con i sedili ribaltabili e degli snack.

Saranno spie? Saranno alieni? Avranno scoperto di walkie talkie e staranno facendo un brutto scherzo ai due ragazzi? NO SPOILER, leggetevelo.

Quel che posso fare è confermarvi che anche a 21 anni (e credo anche a 31, 41… fino a 101 e oltre) vale la pena di leggersi l’avventura di Jim e Charlie e di lasciarsi prendere dall’emozione dell’impresa (che vi giuro che mi ha tenuto incollato alle pagine) in nome del sesto diritto del lettore: quello di emozionarsi e sentirsi coinvolti dal libro (questo è l’ultimo promesso). Ragazz*, non fatevi sfuggire un’avventura genuina in mezzo ai compiti di Natale e ai pensieri delle verifiche. Adulti, non fatevi sfuggire un’avventura genuina tra una scadenza lavorativa e un saggio. Queste avventure spaziali servono a tenerci coi piedi per terra, a non farci alienare dal lavoro, dall’ansia delle scadenze, dalle paure dei voti, dalla necessità del produrre che annichilisce la passione del creare.
Tornando a bomba io vi suggerisco un regalo in ritardo (o molto in anticipo) per Natale. Per voi stess* ma anche per gli altr*. Leggete questo libro (ma anche un altro, chi se ne frega) ad alta voce con qualcun*, un capitolo ogni sera prima di andare a dormire. Questo è perfetto perché i capitoletti sono corti. Riscoprite la dimensione della lettura ad alta voce, quella in comune, quella in cui si ride imitando le voci dei personaggi. 

All’inizio sarà strano ma non ve ne pentirete!

Michele Vico

Mark Haddon, Boom!, traduzione di Massimo Bocchiola, Einaudi, 2009, pp.176, €17

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