L’incipit della settimana: Susin Nielsen, Una casa sulle ruote
27 novembre, 00:05
Dondolavo le gambe avanti e indietro.
Spostavo il peso sul sedere, prima a destra e poi a sinistra. Mi sudavano le mani e avevo il cuore a mille. «È il mio primo interrogatorio.» «Ma questo non è mica un interrogatorio. Facciamo solo due chiacchiere.» «E quindi registrerà tutto quello che dico?» «Perché dovrei fare una cosa del genere?» «In tv fanno così.» «Ma qui non siamo in tv.» Sentivo il freddo del metallo della sedia attraverso il pigiama. «Ma i poliziotti li guardano i polizieschi?» «Certo.» «Non è un po’ come portarsi il lavoro a casa?» Constable Lee mi ha sorriso. Aveva denti drittissimi. Il mio Spirito di Osservazione, detto anche S.d.O., mi ha fatto subito dedurre che veniva da una famiglia medioborghese, in grado di permettersi un ortodontista. Inoltre il mio S.d.O. mi suggeriva anche che fosse una buona forchetta: i bottoni della divisa le tiravano all’inverosimile. «Non proprio» mi ha risposto. «Anzi, per noi è una sorta di evasione. E inveiamo contro la tv se vediamo qualche fesseria.» «Tipo?» «Tipo quando si mettono a registrare una chiacchierata come questa. Si registra soltanto in caso di reato o ipotesi di reato.» «Quindi state registrando Astrid in questo momento?» «Non posso rispondere.»
Susin Nielsen, Una casa sulle ruote, traduzione di Claudia Valentini, Il Castoro, 2020, pp. 240, €15,50 (eBook €10,99)