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Sharon M. Draper, Melody

Sharon M. Draper, Melody

Melody si considera diversa, diversa dalle altre persone che la circondano, quelle che possono esprimere il proprio dolore, quelle che possono anche solo girare, sfogliare o odorare le pagine di un libro nuovo o da tutte quelle persone che possono dire anche un semplice “ti voglio bene”.

Per Melody non è mai stato così facile.

Definisce il suo corpo racchiuso in una cella, forse una bolla, in cui tutto ciò che dice si trasforma in una sorta di grugniti ed urla e questo la infastidisce molto.

Le parole che esprime è come se rimbalzassero sulle pareti della sua bolla, fino a ricadere dritte nella sua anima trafiggendola e perciò procurandole un tormento continuo, potrei dire infinito.

Considera tutte le parole che l’avvolgono, che la catturano, che la turbinano attorno neve, o meglio fiocchi di neve; candidi, leggeri, luccicanti, che attraverso i loro movimenti sembrano fare una sorta di danza, una danza a modo loro che si distingue dagli altri come la singola Melody.Poi però con anche solo un suo sguardo si sciolgono nella sua mano prima ancora che li possa toccare. 

E’ come se le parole fossero il giorno e lei la notte: non si incontreranno mai o così si pensa perchè dovete sapere che io a volte la luna la vedo anche di giorno e poi se una persona ci crede i sogni si realizzano, magari non sempre, ma a volte si.

Sono infatti quasi completamente sicura che il suo sogno principale non sia quello di camminare, mangiare o andare in bagno da sola, ma quello di poter parlare, di poter esprimersi, quello di dare voce ai suoi pensieri confusionari tralasciati in tutti questi anni che si sono accumulati uno sopra l’altro fino a esplodere. Percepisco in lei il bisogno di condividerli, di urlarli al mondo intero, anche se in questo caso urla silenziose, urla inascoltate e inascoltabili. Sento la sua frustrazione di chi come lei è costretto a vedere tutto ciò che le ruota attorno senza essere in qualche modo “attivo” e per certi versi “vivo”.

A volte le piacerebbe essere una persona diversa da quello che è.

La notte, ad esempio, ha molto tempo per pensare, più del giorno e così, in un piccolo cassetto della sua mente le nascono sogni. Sogni in cui corre, balla o altri in cui è la prima ad essere scelta nei giochi di squadra.

Da qualche parte ho letto che i sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là che ti aspettano. La stella di Melody pulsa, pulsa sempre più forte ed è lì che l’aspetta. Aspetta il momento giusto che servirà alla protagonista per volare fino a raggiungerla e forse portarsela via con sé.

La sua fortuna, oltre ai suoi genitori affettuosi e comprensivi, è la signora V, come la chiama lei, che aiuterà la protagonista a far vedere chi è la vera melody. La Melody dotata di qualità speciali come l’intelligenza; è la più intelligente della scuola e nessuno lo sa. Inoltre viene definita una sorta di “registratore”, si ricorda ogni singolo dettaglio della sua infanzia. E’ come se nella mente portasse con sé una sorta di proiettore, che le riproduce, passo per passo, le immagini della sua vita, dalle più sfocate, alle più nitide.

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La parte che mi ha fatto emozionare di più è stata quando ad un certo punto subentra nella famiglia una sorellina che possiede capacità che alla protagonista mancano, come dire anche solamente ”mamma” o “papà” e perciò mi ha fatto molto commuovere.

Questo racconto mi è piaciuto per la semplicità e l’amore che ha inserito l’autrice nel suo libro, come se fosse una cosa sua molto intima. In certi momenti credevo infatti che fosse il libro a parlare e a urlare i suoi sentimenti.

Questo libro lo consiglio a tutti perché penso che faccia riflettere sia i più piccoli, sia i più grandi di cosa pensano le persone disabili che il più delle volte vengono definiti “strani”, quando gli “strani”, siamo noi.

Sofia Sozzi

Sharon M. Draper, Melody, traduzione di Alessandro Peroni, Feltrinelli Up, 2017, pp.240, €13 (prima edizione 2016).

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