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Il coraggio (perduto) di una libellula che non sa volare

Il coraggio (perduto) di una libellula che non sa volare

 

 

Galloway, provincia canadese. Casey e Jess sono cresciute insieme: la cittadina è piuttosto chiusa e soffocante, l’atteggiamento dei suoi abitanti conformista e poco accogliente nei confronti di ogni “diversità”. Durante gli anni della loro solitaria amicizia si sono date il soprannome di Mantide e Libellula, in onore alla passione di Casey per gli insetti. Tra le due, la prima è quella più determinata, solare e con una personalità più spiccata; Jess, vittima di un ambiente familiare patologico, con una madre bipolare e un padre rassegnato, vive all’ombra dell’amica.

L’estate che precede il loro ultimo anno di scuola, prima di una separazione legata alla partenza di Casey per una borsa di studio in Australia, durante il campo estivo in cui le due inseparabili amiche guidano un gruppo, avviene un fatto terribilmente cruento: una bambina di otto anni, Stephanie, viene trovata uccisa. Su base esclusivamente indiziaria, Casey viene accusata di omicidio, e la comunità di Galloway mette in moto uno spietato processo di criminalizzazione del “diverso”, in cui a pochissime persone è lasciato il compito di difenderne la reputazione.

Jess, naturalmente, sarebbe la prima: ma, trovatasi senza guida e in balia delle perverse dinamiche della comunità, vede crescere, ogni giorno di più i fantasmi della propria debolezza.

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Deborah Ellis, nota ai giovani lettori di tutto il mondo per la sua “Trilogia del burqa”, si cimenta per la prima volta con la rappresentazione della società del benessere, e ne offre al lettore un ritratto spietato. Scuola, comunicazione, Chiesa, comunità: nessun ambiente sfugge alla commiserazione dell’autrice che, provocatoriamente, mette chi legge di fronte ad una protagonista irritante per la sua arrendevolezza. E anche se nel libro non mancano i personaggi positivi, il segno più forte che queste pagine lasciano ha a che fare con le zone d’ombra dell’animo umano, capaci di offuscare anche la luce di un sentimento apparentemente tenero e affettuoso.

Deborah Ellis, Il coraggio della libellula, Milano, Rizzoli, 2013

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