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Claudia Durastanti, La straniera

Claudia Durastanti, La straniera

Presente nella cinquina dei finalisti del premio Strega, “La Straniera” è un romanzo che ti regala qualcosa, un’emozione, un abbraccio, un sorriso. 

Claudia Durastanti parla di sé, racconta con semplicità e sincerità la sua storia pura ma complessa, che lungo il suo corso affronta diversi temi molto attuali, diverse personalità e molti luoghi. Durante la lettura abbiamo modo di incontrare la sua famiglia, la disabilità, gli usi e costumi dei paesi che la “straniera” ha abitato, la musica e la letteratura, gli ostacoli e la resilienza.

Una storia già di per sé affascinante, ma ciò che rende il romanzo così introspettivo è proprio il punto di vista dell’autrice: protagonista ma anche spettatrice della sua vita, con uno sguardo intelligente, critico, ragionato e allo stesso tempo distante, rispettoso. In ogni pagina emerge la sensibilità dei pensieri di chi quei racconti li ha vissuti, pensati e poi riscritti con coscienza e sincerità. 

Vivendo la vita dell’autrice inevitabilmente il lettore si immerge nella sua, ripensa agli errori, alle emozioni, ai luoghi vissuti, diventando un tutt’uno con le pagine del romanzo.

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Citando Holden Caulfield de “Il giovane Holden”, “La Straniera” ti fa venire voglia di contattare, chiamare o, perché no, prendere un caffè con l’autrice. E sì, prenderei volentieri un caffè con Claudia per entrare nuovamente nel suo mondo, per sapere come sta sua madre, suo fratello, come va a Londra e soprattutto quali altre storie vorrà raccontare.

Vittoria Ridolfi

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