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Francis Scott Fitzgerald, Il Grande Gatsby

Francis Scott Fitzgerald, Il Grande Gatsby

A West Egg, Long Island, negli anni ’20 tra i pettegolezzi della gente circolava sempre un nome, Jay Gatsby. Chi diceva che avesse ucciso un uomo, chi sosteneva che avesse studiato a Oxford e chi invece smentiva entrambe le notizie. Tutti lo conoscevano, tutti partecipavano ogni sera alle sue maestose feste e bevevano il suo pregiato champagne. Nick Carraway, pur essendo suo vicino di casa, non lo aveva mai conosciuto e mai era stato invitato ai suoi parties. Era però attratto da quel misterioso personaggio, che la sera dalla terrazza di casa sua, osservava una sinistra luce verde proveniente dal molo della sponda della baia opposta. Dal giorno in cui Nick venne finalmente invitato ad una delle feste di Gatsby, i due vicini divennero più che semplici conoscenti. Nick ormai sapeva tutto sul suo amico, o meglio, sapeva ciò che egli gli aveva raccontato, stava a lui decidere se crederci o no. Le storie di Gatsby narravano di viaggi, di gioielli, di guerra e sopratutto di Daisy, una cugina di Nick, sposata con Tom Buchanan, ma follemente amata da Gatsby fin da quando erano giovani.
Con stile nettamente novecentesco Fitzgerald affresca la tragica società dell’epoca, l’ossessivo amore tra Gatsby e Daisy, la gelosia di Tom Buchanan e la sensibilità di Nick Carraway. Riesce a descrivere tutti i personaggi con una naturalezza e credibilità davvero notevole e proprio per questo dona al romanzo una sfumatura misteriosa e indimenticabile. Un classico attuale e imperdibile.

Vittoria Ridolfi

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