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Fulvio Ervas, Se ti abbraccio non aver paura

Fulvio Ervas, Se ti abbraccio non aver paura

La storia che ti voglio raccontare ha la forza della vita vera e la bellezza di un sogno”.

Queste sono alcune delle parole pronunciate da Franco Antonello, imprenditore ed editore veneto, a Fulvio Ervas, autore di una manciata di romanzi, nel primo di una serie di incontri che in un anno e mezzo hanno portato alla stesura di questo romanzo. Franco è il padre di Andrea, un ragazzo diciottenne autistico. Sfidando la perplessità di amici e medici, che sconsigliano qualunque attività si distacchi dalla routine, confinando involontariamente ragazzi come Andrea nel binario morto di un’esistenza che ha i confini angusti del triangolo casa – scuola –istituto, Franco ha organizzato e vissuto con il figlio un viaggio di tre mesi, on the road, da Miami a Las Vegas, da Los Angeles al Messico, da Panama al Brasile.

La vicenda di Franco e Andrea oscilla meravigliosamente, nelle pagine di Ervas, tra realismo e dimensione di sogno, fondendo sapientemente gli stilemi del racconto di viaggio, della narrazione on the road, della fiaba. I tre mesi di viaggio consentono ad Andrea di sperimentare ruoli inediti e di smentire, sia pure provvisoriamente, qualche cliché: i ragazzi autistici hanno, per antonomasia, difficoltà di comunicazione? Andrea incontra sedici popoli diversi, abbraccia persone di tutte le razze. Ai ragazzi autistici è normalmente preclusa la sfera affettiva? Andrea conosce Angelica, affascinandola e rimanendone affascinato.  I ragazzi autistici sono esclusi dal gruppo? Nei piccoli paesi dell’Amazzonia Andrea è il primo ad essere invitato alle feste. Il libro ha anche il pregio di non nascondere le difficoltà, i momenti difficili, la rabbia e la frustrazione di Franco per non riuscire talvolta ad entrare nell’universo del figlio e non riuscire a sbloccare quello che appare come un meccanismo inceppato; ogni volta però è lo straordinario amore di padre, un amore dal sapore di liquido dolce, a permettere di guardare avanti tenendo lo sguardo alto da terra.

Impreco, ma lo amo. Non so di cosa sia fatto questo amore.[…] A volte è sepolto. A volte è indifferente. A volte è solo amore per se stessi. A volte è sentire semplicemente la vita che ti attraversa: è partita da un punto, tu la prendi in consegna e la passi a qualcuno.”

 Curiosità: “Se ti abbraccio non aver paura” è la scritta che i genitori di Andrea, Franco e Bianca, hanno stampato su decine di t-shirt per evitare il panico nei destinatari dei prorompenti abbracci  del figlio.

Franco Ervas, Se ti abbraccio non aver paura, Milano, Marcos y Marcos, 2012, pp.319.

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