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L’incipit della settimana: John Boyne, Mio fratello si chiama Jessica

L’incipit della settimana: John Boyne, Mio fratello si chiama Jessica

“C’è una storia che ho sentito un milione di volte su come mio fratello Jason si è fatto la cicatrice che gli corre proprio sopra l’occhio sinistro, quasi parallela al sopracciglio. Quando sono nato, Jason aveva quattro anni e fin da quando riusciva a ricordare avrebbe voluto un fratello, una sorella o un cane, ma mamma e papà gli avevano sempre detto di no.
«Un figlio basta e avanza» insisteva papà. «Il pianeta è già sovrappopolato così com’è. Ma lo sai che nella via qui accanto vive una famiglia che ha sette figli sotto i sei anni?»
«Com’è possibile?» gli chiedeva mio fratello Jason, che sarà pure stato un bambino, ma una qualche idea di come andasse il mondo ce l’aveva già.
«Due coppie di gemelli» rispondeva papà con una risata.
«E i cani bisogna portarli fuori di continuo» aggiungeva mamma. «Non dire che lo faresti tu, perché tanto lo sappiamo che adesso lo dici, ma alla fine la fatica dovremmo farla soprattutto io o tuo padre.»
«Ma…»
«Per non parlare della confusione che portano» diceva mio padre.
«Chi?» domandava mio fratello Jason. «I cani o i fratelli?»
«Tutti e due.”

John Boyne, Mio fratello si chiama Jessica, traduzione di Francesco Gulizia, Rizzoli, 2019, pp.400, €16

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