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Timothée De Fombelle, Il favoloso libro di Perle

Timothée De Fombelle, Il favoloso libro di Perle

Oliå ed Iliån sono due ragazzi innamorati, costretti ad abbandonare il mondo incantato e fiabesco dal quale provengono, un principe condannato ed una fata gentile, che ottiene il permesso di seguirlo nel suo esilio ad una sola e terribile condizione: non dovrà mai rivelarsi agli occhi dell’amato, pena la morte. Insieme, l’una all’insaputa dell’altro, vengono trasportati nella nostra realtà. Iliån si ritrova inaspettatamente a vivere agli albori della Seconda Guerra Mondiale, accolto dalla famiglia Perle che gestisce un piccolo negozio di dolci nella Parigi degli anni trenta. Oliå, silenziosa ed invisibile, gli guarda le spalle condannata ad una vita sempreverde di solitudine. Comincia così la storia di una misteriosa e travagliata ricerca dell’agognata via di casa, che si staglia su terribili scenari di perdite, guerra e violenza ma anche di caldo affetto e momenti gioiosi, fino ad incrociare, nella penombra di una casa nascosta in un bosco scomparso da tutte le mappe, quella del narratore. A quel punto ormai Iliån è vecchio e stanco, attorniato dalle sue valigie piene di ricordi. Questo ragazzo anonimo, molti anni dopo, deciderà di assumersi l’onere di salvarlo dall’oblio e trasportarlo su carta.

Una storia di ombre e luci, una mescolanza tra luoghi incantati ed avvenimenti reali che narra le avventure di due giovani amanti, che si intrecciano e si sfiorano senza mai toccarsi, in un interminabile gioco di ombre cinesi. Una strana, stranissima e meravigliosa favola che in punta di piedi spingerà l’ignaro lettore a sollevare inconsapevolmente il narratore dall’anonimato e a rivestirsi dei suoi panni.
Perché è proprio questo, secondo me, il segreto del libro. Quel ragazzino dalle ginocchia sbucciate e la passione per la fotografia non è altro che un mezzo che l’autore ci offre con sottile maestria, per permetterci di renderci a nostra volta protagonisti. Siamo noi, infatti, che ci innamoriamo di Oliå che scivola sulla superficie del lago, leggera come una libellula. Siamo noi che stringiamo la mano del vecchio signor Perle, sempre noi che decidiamo di accogliere la sua storia e, alla fine, noi che la raccontiamo, rendendola immortale.

“Le storie ci fanno cambiare. E certi incontri ci rovesciano sul dorso come succede alle tartarughe. Ci costringono a lasciarci sopraffare.”

Signore e signori, De Fombelle è ritornato. E che ritorno!

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Sarah Ferraiolo

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