Un incipit al giorno: Guido Sgardoli, A.S.S.A.S.S.I.N.A.T.I.O.N.
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«Pioverà» osservò Calum Traddles, posando la fronte contro il vetro della finestra. Il piatto di sbobba verdognola che all’istituto chiamavano cena era pressoché intatto. Non era sua abitudine ignorare il cibo, e per questo motivo gli occhietti porcini di Willy Chuzzlewit III, seduto tre o quattro posti più in là, indagavano sospettosi, smaniosi di scoprire che cosa si celasse dietro quell’insolita indifferenza.
«Smettila di guardare fuori, Calum, e mangia» abbaiò il sorvegliante. E per dare più forza alla sua esortazione batté il pugno sul tavolaccio facendo traballare le coppe dell’acqua e le posate sudice.
L’ambiente, illuminato a fatica dalla debole fiamma delle candele di sego, era cupo e opprimente, l’ideale per meditare su propositi di fuga. Per tutto il pomeriggio nuvole gonfie e scure come ematomi si erano radunate sopra la linea piatta dell’orizzonte, rumoreggiando e borbogliando come viscere a digiuno. L’imbrunire, quella sera, era sembrato sopraggiungere assai più rapido degli altri giorni sopra la tetra costruzione di Montague Hall e sulla landa oscura che si estendeva intorno.