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Ogni muro è una porta: William Sutcliffe, Il muro

Ogni muro è una porta: William Sutcliffe, Il muro

Joshua vive con la madre ed il patrigno ad Amarias, una città di frontiera accogliente e ricca, ma isolata su un colle e protetta da un alto muro, sorvegliato continuamente. Tutti sanno che al di là del muro vive un popolo violento e pericoloso, pronto a far esplodere i propri ordigni per attentare alla sicurezza dei suoi abitanti.

 

Un pomeriggio Joshua, per recuperare il pallone finito in una zona proibita, scopre per caso l’ingresso di un tunnel che permette di oltrepassare il Muro.

 

Lo imbocca e la sua vita cambia per sempre.

 

Al di là del muro, certo, l’atmosfera non è amichevole ma, in un momento di difficoltà, Joshua incontra Leila che prima lo protegge nascondendolo in casa sua e poi lo scorta al tunnel per farlo rientrare in tempo a casa.

 

Tornato a casa, Joshua non può più accettare supinamente le certezze granitiche degli adulti di Amarias. La sua formazione di uomo inizia nel momento in cui decide, tenendo tutti all’oscuro, di aiutare la famiglia di Leila. Varcato un muro materiale, resta da abbatterne un altro, quello della rigidità dei cuori induriti di persone impaurite che hanno smesso di parlare e di ascoltare. La via che Joshua ha intrapreso è senza ritorno, e le scelte di rottura comportano spesso un prezzo da pagare. Ma ne vale quasi sempre la pena.

 

Il muro si presenta al lettore con un sottotitolo (volutamente?) fuorviante: “una fiaba moderna”. Nei capitoli iniziali, sembra ammiccare a quelle atmosfere distopiche che hanno molta fortuna nella letteratura young adult degli ultimi anni. Il lettore adulto, però, non ha bisogno di arrivare alla nota conclusiva dell’autore per rendersi conto che, a differenza delle fiabe, l’ambientazione di questo romanzo ha radici assai concrete. Moltissimi elementi nel testo, dai paesaggi naturali, alle descrizioni degli insediamenti, ai nomi di persona, rimandano al conflitto israelo – palestinese.

 

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La scelta di Sutcliffe di non nominare mai, nella narrazione, questo contesto così determinato, è probabilmente legata alla volontà di arrivare al cuore dei lettori più giovani, che sarebbero stati disorientati da un approccio storico – giornalistico e di trasmettere un messaggio universale, valido oltre i confini del Medio Oriente: la missione dell’intelligenza critica sarà sempre, in ogni tempo e in ogni luogo, quella di abbattere il muro del conformismo e del pensiero unico.

 

 

Nota di demerito per l’edizione italiana: ho trovato due volte “qualcun altro” scritto con l’apostrofo: inaccettabile da una casa editrice come Rizzoli

MB

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