Marie-Aude Murail, Lupa bianca lupo nero
Saveur Saint-Yves è uno psicologo originario della Martinica che da qualche anno è arrivato ad Orléans, dove vive in un appartamento di fianco al suo studio. Lazare è suo figlio, ha 8 anni ed ha trovato il modo per spiare suo padre mentre lavora, da dietro una porta. Spiandolo scopre le storie di Margaux, Ella, Cyrille e quella della famiglia Augagneur. Margaux è stata mandata da Saint-Yves dall’infermiera della scuola, avendo visto i tagli sulle sue braccia. Ha paura di andare a scuola e sogna di diventare un cavaliere (Elliot). Cyrille, portato lì da sua mamma, perché fa ancora la pipì a letto. La famiglia Augangneur, che non riesce a vivere pacificamente insieme dopo che i genitori si sono separati e la mamma si è fidanzata con una ragazza. Lazare scopre così cosa significa scarificazione, omosessualità, fobia della scuola… E poi c’è Gabin, la cui mamma è stata ricoverata in psichiatria e così Saveur decide di ospitarlo a casa sua. Nel frattempo dei messaggi intimidatori e dei Quimbois (dei malefici) arrivano a casa della famiglia Sant-Yves, così Saveur dovrà fare i conti con il suo passato, quello vissuto in Martinica e Lazare dovrà, invece, per la prima volta considerare l’esistenza del razzismo. Un storia che affronta con semplicità temi molto difficili e attuali, ci fa capire che ognuno di noi va bene così com’è indipendentemente dal colore della pelle, dal sesso, dall’orientamento sessuale. Saveur cerca di far capire che essere in un corpo che non ci rispecchia, amare una persona dello stesso sesso, essere neri non è sbagliato. Ci fa pensare a quante volte giudichiamo senza sapere effettivamente la storia di chi abbiamo davanti e quanto male può fare sentirsi giudicati. Ci fa vedere come ognuno di noi stia facendo i conti con qualcosa che ha dentro se stesso.
Rita Ferri
Marie-Aude Murail, Lupa bianca lupo nero (Saveur e figlio 1), traduzione di Federica Angelini, Giunti, 2019, pp. 272, €14.