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L’incipit della settimana: Sabina Fedeli – Anna Migotto, #AnneFrank. Vite parallele

L’incipit della settimana: Sabina Fedeli – Anna Migotto, #AnneFrank. Vite parallele

Caterina non ne poteva più di stare seduta in treno. Si sentiva addosso una strana eccitazione, un’euforia mai provata. Qualcosa di diverso da quando andava in gita con i compagni di scuola. Perché quel giorno, per la prima volta nella sua vita, viaggiava da sola.

“E da sola,” pensava, “attraverserò mezza Europa.”

Un viaggio speciale, che aveva desiderato da tempo, e a volte le era sembrato persino una pazzia. Eppure lei a quel progetto ci teneva moltissimo, anche se era stato difficile ottenere il permesso dai genitori.

Poi, contro ogni più pessimistica previsione, in un afoso pomeriggio d’estate, si era ritrovata come per incanto su uno dei marciapiedi della Stazione Centrale di Milano.

“Ciao, allora vi chiamo appena arrivo. Ma non fate quelle facce lunghe, non vado mica sulla luna.”

Capiva che mamma e papà erano un po’ preoccupati. Si fidavano della loro “bambina”, un po’ meno del resto del mondo.

Sua sorella Sara, al contrario, non si teneva nella pelle. Le costava fatica ammetterlo, ma aveva una grande ammirazione per lei.

“Brava! Ce l’hai fatta!” le aveva detto quella mattina mentre Caterina cercava di far entrare tutto nello zaino. “E così avrò la strada spianata, quando l’anno prossimo sarà il mio turno… Grazie, sister.”

Con un po’ di apprensione Caterina era salita sulla carrozza numero otto. Destinazione: Germania. Più di mille chilometri, una faticaccia di almeno dieci ore.

Con i suoi, all’inizio l’aveva presa alla lontana.

“Il biglietto è gratis. Lo offre l’Unione Europea a tutti i ragazzi nati dopo il Duemila che hanno voglia di conoscere altri paesi.” Poi aveva puntato sulle lingue. “Se vado in Germania posso migliorare il mio tedesco.”

Niente da fare, non se ne parlava nemmeno.

“Non capiamo proprio perché ti sei incaponita in questo modo,” continuavano a ripetere. E in fondo, forse non era tanto chiaro nemmeno a lei che cosa la spingeva a voler andare in Germania e soprattutto in una certa zona della Germania. Finché un giorno, inaspettatamente, aveva individuato l’esatto momento in cui una molla aveva fatto clic nella sua testa.

Era iniziato, in classe, con la prof di Italiano, la Rezzani, mentre rileggevano dei brani del Diario di Anne Frank. Da piccola, a scuola aveva già affrontato alcuni brani ma adesso l’insegnante voleva che facessero un lavoro collettivo, di approfondimento, per provare a sentirlo quel testo, a calarsi nei panni della protagonista, che era una persona in carne e ossa, non una creazione letteraria. Così, sempre più spesso, soprattutto alla fine della giornata, quando era meno distratta dalle incombenze quotidiane, la vedeva apparire sul suo schermo interiore. E guardandola davvero in faccia per la prima volta, Caterina aveva realizzato che quella ragazzina, morta in un campo di concentramento, le somigliava. Era proprio come lei, studiosa, vivace, chiacchierona, a volte un po’ saputella e piena di amici. Unica differenza la religione: Anne era ebrea.

Sabina Fedeli, Anna Migotto (Illustrazioni di Isabella Mazzanti), #AnneFrank. Vite Parallele, Feltrinelli (Up), 2023, pp. 160, €13 (eBook disponibile).

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